Tuttinbici FIAB Schio sta collaborando con l'Amministazione comunale di Schio e gli Istituti Scolastici Superiori su un progetto che vuole porre all’attenzione dell’intera cittadinanza il problema della mobilità cittadina, organizzando nel corso dei prossimi mesi una serie di iniziative.
La prima si è già svolta con successo nella serata del 18 febbraio con la manifestazione “M’illumino di meno”.
La prossima ormai imminente è prevista in occasione del carnevale. Gli amici della Ciclofficina stanno allestendo un carro “ad hoc” e anche noi siamo invitati a partecipare in bici. Sarà simpatico ritrovarci insieme in allegria. (scarica qui la locandina)
Chi tira l’Italia?
Anche noi!
A Schio m'illumino di meno
La sezione di Tuttinbici FIAB di Schio è partner del locale Liceo Scientifico Nicolò Tron nel progetto europeo, “E.G.S - Energia, Educazione, Enti Locali, Scuole " che lo vede quale capofila e coordinatore.
Lo scopo del progetto è promuovere il ruolo chiave della Scuola nella formazione degli attori locali, come gli studenti e le famiglie, ma anche delle pubbliche amministrazioni e le piccole-medie imprese, nel processo di miglioramento dell’efficienza energetica della comunità e nello specifico della mobilità alternativa e sostenibile (settore della ricerca assegnato ai ragazzi del “Tron”). La prima attività realizzata è stata una indagine sulla mobilità scolastica portata avanti dalla classe 3LA del Liceo scientifico con la supervisione dell'insegnante di matematica Giorgio Pizzolato.
Ai circa 900 ragazzi dell’istituto è stata proposta una scheda-intervista da compilare, con l’obiettivo di raccogliere dati creare poi un quadro complessivo su come gli studenti adoperano i mezzi di trasporto per recarsi a scuola.
Il risultato è un report molto interessante che evidenzia come anche piccoli spostamenti, quali quelli legati alla scuola, possano pesare sulla salubrità e qualità dell’ambiente cittadino.
Incidenti, paura e insulti ecco perché l'Italia non è un paese per ciclisti. Non ti guardano, non ti vedono. Ti considerano un bersaglio nel parabrezza. Un gioco della Playstation a destra della mezzeria. È uno scontro culturale, prima che urbanistico. Le due ruote sono viste come un intralcio al traffico e non come la base per decongestionarlo.
In quarant'anni di bicicletta mi hanno insultato, deriso, disprezzato, preso a sportellate nei denti, bagnato come un mendicante, urtato di fianco e di coda, sfiorato in incroci senza precedenza, atterrato su ogni tipo di pavé e di asfalto, guardato come un miserabile pitocco. La bici con le sacche, che schifo. Mi raccomando, non la lasci nel sottoscala, ne va del decoro. Ho subìto tutto questo ed altro ancora nella mia vita su due ruote, e certamente ho rischiato di più sulle strade di casa mia che arrampicando sulle pareti delle Alpi. Avrei potuto finire cento volte sotto un Suv, saltare in aria tipo birillo, come i sette falciati da un pazzo sulle strade della Calabria.
Un automobilista, lanciato a tutta velocità durante un sorpasso su una strada statale in Calabria, investe frontalmente un gruppo di persone uscite in bici per una passeggiata. E' un massacro: sette ciclisti morti sul colpo, altri tre ricoverati in gravi condizioni.
Se, al di là dei risvolti tecnici della definizione, il concetto di "incidente" lascia intendere un certo grado di fatalità e ineluttabilità, occorre ribadire che questo non costituisce una descrizione appropriata di molti degli eventi lesivi che si verificano sulle strade italiane, che sono - giova ricordarlo - fra le meno sicure e le meno controllate d'Europa.
Era lunedì, non uno qualsiasi, ma un lunedì speciale, perché era Ognissanti e si poteva rimanere a letto un po’ di più, non si andava a scuola, non si andava in ufficio, ci si voleva godere la giornata festiva in famiglia, magari andare a vedere un film al pomeriggio o semplicemente poltrire un po’. Invece proprio quel giorno, alle 7:30 di mattina, il fiume Bacchiglione è esondato. L’acqua marrone, limacciosa, in pochi minuti ha superato i parapetti di Ponte degli Angeli ed ha cominciato ad uscire dai tombini, ad entrare negli scantinati, a farsi largo nelle botteghe storiche che da generazioni operavano sotto i portici rimasti immutati da centinaia di anni.