S. Felice, meno auto più bici
Da "Il Giornale di Vicenza", domenica 31 ottobre 2010, pagina 19
di Chiara Roverotto
CENTRO STORICO. Dopo il via libera del Comune alla pista ciclabile contro il parere dell'Ascom, interviene “Tuttinbici”
«Era un tappa obbligata per chi veniva da ovest- spiega Mutterle- Ma ci aspettiamo ancora molto dal nuovo Piano sulla mobilità»
Quattrocento iscritti in poco meno di sette anni, in tre sedi: Vicenza, Schio e Bassano.
Un presidente e una commissione tecnica che si è sempre confrontata con l'Amministrazione comunale in materia di viabilità, soprattutto per quanto riguarda l'uso delle due ruote in città. “Tuttinbici” ha lavorato a fianco dell'assessorato anche nell'ultimo progetto relativo alla pista ciclabile del primo tratto di corso S. Felice e Fortunato. Idea che i commercianti non hanno digerito, ma che il nuovo delegato alla mobilità, il consigliere Claudio Cicero, considera cosa fatta. Da una parte diminuirà il passaggio delle linee urbane e dall'altra prenderà avvio la pista ciclabile fortemente voluta dall'associazione.
«Che in quella zona servisse un passaggio dedicato era fuori discussione- spiega il referente della commissione tecnica di “Tuttinbici”, Michele Mutterle - Del resto se decine e decine di ciclisti ogni giorno affrontano una strada intasata, contromano, con le auto parcheggiate significa che non ci sono molte alternative per raggiungere il centro storico arrivando dalla zona ovest.
C'era un percorso alternativo: dalla rotatoria di viale Milano, ingresso in via Napoli, uscita su Via Battaglione Monte Berico e proseguimento su via Verdi.
Se nessuno lo usa ci sarà una ragione. Del resto perché i ciclisti dovrebbero transitare in un'area dove non ci sono negozi? Non possiamo fermarci anche noi ad acquistare il pane o la carne?
Per lasciare spazio a voi verranno tolti sette posti auto.
Non credo che alla fine rappresenti un danno, sette posti auto significa dieci macchine in meno all'ora di fronte ad un passaggio di ciclisti che da qualche decina potrebbero trasformarsi in centinaia, qualora fossero messi nelle condizioni di muoversi con più sicurezza. Credo non ci siano paragoni al riguardo.
Avete chiesto e ottenuto di far spostare la pista ciclabile da destra a sinistra salendo verso il centro.
Certamente, è molto più sicura: evitiamo le porte delle auto che si aprono e che ci possono far cadere e poi gli automobilisti ci vedono. Inoltre, possiamo transitare a fianco delle strisce blu.
Vittoria su tutta la linea quindi?
Non la consideriamo una vittoria, si tratta di una piccola conquista concertata e valutata attentamente con i dirigenti dell'assessorato.
Altri punti in cui è difficile transitare in città con la bicicletta?
Tutti quelli che attraversano le grande arterie che dai quartieri vanno verso il centro: viale della Pace, S. Lazzaro, via IV Novembre, Fusinato. Si tratta di arterie di grande traffico. E i passaggi per le bici non sono previsti fatta eccezione delle strisce pedonali. Poi sono molto pericolose le rotatorie. Nessuna di quelle progettate prevede una corsia preferenziale e non sono rialzate come invece quelle di Padova. Senza contare che ci sono due corsie di immissione e quindi sono pericolose.
Il Comune sta lavorando al Pum, Piano urbano di mobilità: che cosa chiedete?
Che il piano non preveda solamente lo studio dei trasporti in autobus e auto, ma comprenda anche le bici. Ci piacerebbe che il Comune facesse una sorta di censimento per valutare quante persone si spostano in bicicletta e di fronte a dati certi desse risposte concrete. Non chiediamo nulla, solamente un piano-bici che consideri le esigenze di chi sposta per andare al lavoro, e non solo, con la bicicletta. Con i dati in mano si possono lanciare tutti i i progetti necessari. Finalmente c'è la possibilità di scegliere su politiche importanti partendo una base certa, da un dato preciso e da un'esigenza condivisa e manifestata più volte.
Quindi finora nessuno ha le idee chiare su che cosa fare in materia?
Diciamo che gli interventi eseguiti fino a questo momento non hanno tenuto conto di un progetto più ampio dove rientrano anche le biciclette: si è pensato ai parcheggi e su questi siamo d'accordo perché tolgono auto dalle strade, ai bus che, sicuramente sono inquinanti, ma per le bici non ci sono programmi che vadano al di là della pista fatta su un pezzo della città e basta. Mentre serve un progetto più ampio: in molte città italiane ed europee le ciclabili rappresentano una realtà condivisa.
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