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Bici ad ostacoli, passerelle ardite e risalite

Da "Il Giornale di Vicenza", domenica 27 giugno 2010, pagina 16 
di Maria Elena Bonacini

PEDALATA “VERITÀ”. Ieri mattina tour tra i nodi più critici per le due ruote, dalla strettoria di viale Giuriolo alla rotatoria di via Crispi, scoprendo una “pista fantasma”

Il sottopasso di Borgo Casale e l’attraversamento sopraelevato ai Ferrovieri sono vere imprese atletiche per un ciclista medio
  «Non sarà una gita di piacere, anzi: quando arriveremo, non sarete più rilassati, ma al massimo più nervosi». Michele Mutterle, della commissione tecnica di Tuttinbici Fiab, introduce così la pedalata organizzata ieri mattina insieme a Legambiente, pensata come un tour tra gli snodi più critici della viabilità cittadina per i ciclisti, dove le due ruote si affidano spesso e volentieri al “ciclismo creativo”, ovvero «le strategie per andare da un punto all’altro quando la segnaletica è diversa». «Oggi però - precisa - seguiremo il codice della strada».
Partiamo da piazza Biade e andiamo verso piazza Matteotti fino ad imboccare la ciclabile di viale Giuriolo, alla fine della quale troviamo il primo ostacolo: la pista finisce in una strettoia che ci costringe a scendere, e mentre la passiamo i pedoni sono costretti ad attendere il nostro serpentone o a passare in strada.
Per andare verso Campo de Nane proseguiamo a piedi sull’altro marciapiedi, attraversiamo il semaforo pedonale a chiamata ed eccoci in sella. La nostra meta, però, è corso Padova, quindi attraversiamo via dello Stadio, ancora sulle strisce e ci fermiamo per una riflessione: nel mentre, altri ciclisti mettono in pratica la famosa “creatività”, passando tra i paletti, imboccando la corsia preferenziale per i bus, e svoltando a sinistra in via Trissino. «È quello che fanno tutti - commenta Mutterle -. È impensabile che un ciclista si faccia tutto il giro dello stadio. La soluzione sarebbe far diventare ciclopedonale il marciapiedi tra via dello Stadio e via Trissino, con alle estremità due attraversamenti protetti».
Imbocchiamo corso Padova e tutto fila liscio fino all’intersezione con via Quadri, dove l’attraversamento è ciclopedonale, «ma quando le bici si trovano ad attraversare via Quadri - spiega ancora - c’è il problema dei bus che bloccano il semaforo con il sistema opticum. Il rosso, però, dura pochi secondi, e quando i ciclisti attraversano le auto stanno già ripartendo. C’è già stato un morto».
Pochi metri più avanti ecco uno dei punti clou, il sottopasso di via Meschinelli. «Doveva essere ciclopedonale - racconta Mutterle - poi l’hanno destinato alle auto facendo la serpentina per le bici, dove se incroci una carrozzina, se sei a piedi, come previsto, non riesci a passare. Andrebbe riportato ciclopedonale, rendendolo meno ripido».
Nulla, comunque, in confronto a quello di Borgo Casale, una vera e propria “fossa” con pendenze che in discesa rischiano di farti scappare via il mezzo e in salita forniscono un supplemento di “palestra”, per tonificare anche le braccia. Scoraggia anche i giovani, figurarsi una vecchietta, magari con la spesa.
Tornati su viale Trissino, eccoci in S. Pietro, dove per evitare il contromano, saliamo sul marciapiedi con la bici a mano: «Qui, togliendo qualche parcheggio, potrebbe starci una corsia riservata alle bici», e dopo la rotatoria eccoci sul ponte, uno degli snodi più critici, «che presto sarà risolto».
Attraversato il centro ci inoltriamo fino a Mercato Nuovo, imbocchiamo via Crispi e ci immettiamo nella rotatoria: «Una delle più pericolose, perché il ciclista vede la striscia rossa riservata e non guarda (colpa nostra), e chi arriva da Verona trova la strada dritta e non guarda chi arriva».
Pensavamo di aver visto tutto - o molto - ma facciamo una scoperta che ci lascia letteralmente senza fiato. Il cartello di pista ciclabile all’imbocco del cavalcavia dei Ferriovieri non si riferisce alla corsia riparata che sale a fianco della carreggiata, ma al passaggio sotto il ponte, sconosciuto ai più, pensato per chi vuole poi proseguire su corso S. Felice: una circumnavigazione del pilone tra la puzza di urina di chi ci passa la notte: «E una sera - ricorda Mutterle - sono finito sui cartoni di un senzatetto».
Ma per chiudere il giro delle “chicche” compiamo una scelta che ha del masochistico: la passerella ciclopedonale tra via D’Annunzio e via Vaccari: e noi che ci lamentavamo di Borgo Casale... è alta almeno il doppio, più ripida e lo scivolo per le ruote è un “budello” di massimo 25 cm. Poi, sfiniti, decidiamo di risparmiarci almeno il nodo via Rossi-via Ferretto de’ Ferretti e saliti sull’ennesimo marciapiedi fino al passaggio pedonale di viale Fusinato imbocchiamo via Chiesa: il Parco Retrone ci attende.

 

 
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