Doppio appello

Da "Il Giornale di Vicenza" di sabato 22 settembre 2007, lettere pag. 61

Scrivo per lanciare due appelli. Il primo, relativo ai lavori della ciclabile di via Sant'Antonino; chiedo se non sia possibile renderla praticabile in tempi brevi, anche se non ancora asfaltata. Adesso provare a passarci in bici è un tentativo di suicidio. Altro tentativo di suicidio è però continuare a fare Strada Sant'Antonino in bicicletta. Grazie ai ben noti fatti relativi al Dal Molin credo che molti la conosceranno, chi ha avuto modo di passarci, magari in bici, non può che constatare la sua pericolosità. Chi, come me e mia figlia è stato investito, la pericolosità l'ha vissuta sulla propria pelle e ne porta le conseguenze. 
Purtroppo, per noi ciclisti non è il solo pericolo che si incontra scegliendo di utilizzare le due ruote, non in una strada statale, ma in un normale percorso in città. Passare per i rondò, anche per i più "potabili" come quello di Porta San Bortolo o del Cimitero dei Ebrei, per intenderci, vi garantisco è una bella avventura. Altri rondò per le bici sono out. Fra questi quello, inaugurato quest'estate, di via 4 Novembre. Già in agosto, mese di scarso traffico, ho sperimentato l'impossibilità di transitare in bici, pena la morte, ve lo garantisco.
Adesso poi è una giungla dove anzichè le comuni regole stradali (ma tutti sanno chi passa per primo in un rondò alla francese?) vige la legge del più forte o del più furbo?!! E se uno deve passare dall'altra parte in direzione viale Trieste che fa? Deve comunque scendere e cercare un semaforo e se non c'è trovare un punto di attraversamento, ovviamente sulle strisce pedonali, aiutandosi anche con le mani, (modello vigile), per indurre gli automobilisti a fermarsi per consentire l'agognato approdo all'altra sponda. 
I semafori sono diventati merce rara di questi tempi nella nostra città e le ciclabili ...beh lasciamo perdere.. conosciamo le scelte dei nostri amministratori che privilegiano il trasporto su gomma e ben poco fanno per trovare alternative a questo... 
Il secondo appello lo rivolgo al signore con la moto che ha investito mia figlia, in via Sant'Antonino mercoledì mattina; se volesse almeno sentire come sta la ragazza, visto che dopo averla lasciata davanti al cancello di casa è scomparso senza lasciare un dato e un nome, beh sa dove abitiamo. 
Marisa Morbin