Da oggi, anche in Italia, si parla di Ciclovie
E’ notizia di pochi giorni fa, il 27 luglio 2016, la firma di due ministeri e di 8 regioni sui protocolli d’intesa per la progettazione e realizzazione dei primi tre grandi itinerari ciclabili nazionali (il protocollo relativo al GRAB romano è stato rinviato più avanti). Si tratta della declinazione pratica di quanto previsto nella Legge di stabilità approvata lo scorso dicembre con la quale il Parlamento stanziò oltre 90 milioni, nel triennio 2016-2018, per tale scopo.
E’ una data sicuramente importante per chi come noi ha speso molte energie sul tema della rete nazionale e dei grandi itinerari italiani ed europei e rappresenta un punto di partenza se si vuole dotare anche l’Italia, così come molti paese europei, di una rete sovraregionale che dialoghi e si compenetri con l’Europa integrandosi con la grande rete EuroVelo .
La FIAB è dai primi anni ’90 che “pensa alla necessità di promuovere il cicloturismo in ambito nazionale” dapprima con la proposta della Ciclopista del Sole (ora Ciclovia del Sole) come primo elemento di una futura rete di percorsi ciclabili e poi, con la rete vera e propria denominata Bicitalia. Ad essere precisi nei primi anni del nuovo secolo alla FIAB venne commissionato dal Ministero delle Infrastrutture lo studio di fattibilità della CPS e dall’AICC (Ass. Italiana Città Ciclabili) per conto del Ministero dell’Ambiente lo studio della rete nazionale di percorribilità ciclistica, ma sembra che di questi documenti nei vari ministeri si siano perse le tracce.
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I ciclisti non salveranno il mondo. Gli automobilisti, se vanno piano, magari qualche vita sì
“Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo anche leggermente più a destra”. Due anni fa è circolato nei social questo post. Il solito lamento-tormentone sui grupponi domenicali di ciclo-sportivi sulle strade extraurbane?
Sui “grupponi” ho già scritto in un precendente articolo (La vexata quaestio dei grupponi di ciclo-sportivi sulle strade ).
Mentre, due anni fa, ho spiegato che i ciclisti urbani quando non si spostano più a destra è perchè non possono farlo. Per le auto parcheggiate in doppia fila o, abusivamente, sulla corsia ciclabile oppure per il rischio di un’improvvisa sportellata. Per non parlare di tombini, cocci di vetro e del lerciume che si trova a bordo strada. I ciclisti devono osservare il codice stradale, che prescrive la destra, ma nel contempo comportamenti prudenti (articolo “Ciclisti potete salvarvi la pelle anche non stando troppo a destra ”).
Presi dallo “stare più a destra”, in ben pochi abbiamo colto la “trappola” di questa frase. Studiata da abili comunicatori contiene una premessa, funzionale a veicolare una ben determinata idea sui ciclisti: presuntuosi che pretendono di salvare il mondo.
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Il fiume Tesina e le rocce della pianura vicentina - 4 settembre 2016
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Cresce l'uso della bici per andare a lavoro
Che in Italia cresca la passione per le biciclette noi della FIAB lo sappiamo bene. E le nostre impressioni vengono spesso suffragate anche da studi che non provengono dal mondo dell'associazionismo.
Questa volta è la Confartigianato che evidenzia come le imprese che producono, riparano e noleggiano biciclette sono 3.043, danno lavoro a 7.815 addetti e, tra il 2013 e il 2016, sono aumentate del 2,8%. Un segmento di nicchia in cui dominano gli artigiani con 2.103 imprese e 3.936 addetti, concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Il fatturato del settore tocca 1,2 miliardie, nel primo bimestre 2016, la produzione è aumentata del 13,8%rispetto al 2015, un trend più che doppio rispetto al +6,6% registrato nell’Unione Europea.
La fotografia del settore, che unisce tradizione produttiva e innovazione tecnologica, è contenuta in un rapporto dell’Ufficio studi della Confartigianato, per presentare l’esposizione di bici ‘Artibici’, organizzata il mese scorso a Milano nell’ambito della mostra ‘New Craft’ presso la Fabbrica del Vapore, una delle iniziative della XXI Triennale del Design.
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Treno+Bici: Delrio #daccispazio
Fiab scrive al ministro Delrio e chiede un preciso indirizzo politico di Governo affinché i treni Regionali e a Lunga Percorrenza adottino carrozze adatte alla bici

FS si appresta ad investire 4,5 miliardi di euro per rinnovare la flotta di treni regionali.
Se si farà come in passato, avremo treni inadeguati per il trasporto bici ancora per qualche decennio a fronte di un servizio sempre più richiesto sia dai pendolari che da un cicloturismo in crescita. Insomma avremmo perso anche questo treno.
Per questo la Presidente FIAB, Giulietta Pagliaccio, ha scritto al Ministro Delrio chiedendo una chiara ed inequivocabile decisione politica che garantisca che sui nuovi treni ci sia il necessario spazio per le biciclette.
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In bicicletta da Treviso lungo la Ciclabile del Sile
Siete tra coloro che, dopo averne tanto sentito parlare, sognano finalmente di provare l’incanto della ciclabile del Sile? Vi immagino allora frementi sulla vostra bici nel centro di Treviso, magari in piazza Duomo, pronti a pedalarne i sinuosi argini verso la foce a est: perlomeno cosi` abbiamo fatto noi costeggiando il fiume attraverso Casier e Casale fino al sito archeologico di Altino e di là, seguendo gli argini di Dese e Zero e il vecchio tracciato della Via Claudia Augusta, abbiamo fatto ritorno a Quarto d’Altino.
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Ma perché i ciclisti devono per forza essere simpatici?
di Stefano Gerosa
Almeno da 30 anni i mezzi di comunicazione ci passano un mieloso “refrain”, un’immagine della bicicletta edulcorata e romantica. Ciclisti simpatici, bicicletta ecologica, uccellini che cinguettano a primavera (..).
Così simpatici che, a suo tempo, l’assessore di turno ci riservava splendide accoglienze e smaglianti sorrisi, ma le nostre proposte gli entravano da un orecchio per uscire dall’altro.
Questo capitava fino a quando si era un’infima minoranza. Ora i ciclisti sono aumentati, rivendicano spazi e diritti e hanno un certo “peso”. Così qualcuno ci dice “Dai non dite certe cose! Vi rendete antipatici!”. Eh già, per diventare antipatici basta uscire dalla parte assegnata, dai comodi stereotipi dell’italiano medio.
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Trieste - Parenzo: la strada della salute e dell’amicizia
Mare da sogno, città affascinanti e colpi d’occhio spettacolari: questi sono gli ingredienti della Parenzana chiamata “Strada della salute e dell’amicizia” una ciclabile che parte da Trieste e, occupando la sede della vecchia ferrovia a scartamento ridotto, arriva a Parenzo (125 km).
Il consiglio, per evitare nella prima parte le strade trafficate, è di trasferire armi e bagagli a Muggia con la motonave di linea. Mezz’oretta di piacevole viaggio via mare.
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